#BlackCoffee: Caffé nero e Letteratura Americana.

#BlackCoffee Caffé nero e Letteratura Americana

Senza lo zucchero, il caffè nero può essere decisamente amaro. Lo si butta giù arricciando le labbra, mentre sul volto compare un’espressione non troppo distesa.

Molto simile è stato il mio incontro con Edizioni Clichy e con Black Coffee, la loro nuova collana di letteratura americana.
Sara Reggiani e Leonardo Taiuti guidano questa nuova proposta editoriale e hanno fatto in modo di presentarci da subito il loro biglietto da visita.

«Last Days Of California» di Mary Miller e «Il Prezzo di Dio» di Okey Ndibe. Un titolo a testa, scelto e tradotto proprio da chi ha creduto di scommettere ancora in questo tipo di letteratura.
Giovani voci del panorama americano, che grazie a questa collana e alla sua veste minimale curata da Raffaele Anello, stanno trovano il loro spazio anche in Italia.

Parliamo di short stories e di romanzi con caratteristiche ben precise, fatte di polvere ed emozioni rigorosamente a stelle e strisce. Tra le due proposte ho avuto il piacere di leggere il primo romanzo di Mary Miller e quel sapore amaro, quel caffé, non mi è dispiaciuto. Tutto è stato più familiare del previsto, sapore compreso, proprio come questo tipo di letteratura.

Ecco perché vi segnalo con estremo piacere le prossime due uscite di questa collana. Le prossime due voci che seguirò con la speranza che possano nuovamente folgorarmi.

La prima, forse la più interessante, è quella di Bonnie Nadzam e del suo «Lamb».
Il romanzo, oltre ad aver vinto il Flaherty-Dunnan Prize come miglior esordio del 2011, è stato portato sul grande schermo.

David Lamb è un uomo che sta attraversando una profonda crisi e per ritrovare il suo io, persuade Tommie, una giovane ragazza undicenne, nell’intraprendere un viaggio in auto tra le polverose Montagne Rocciose.
Ecco l’inizio e lo sviluppo di un rapporto che andrà oltre la differenza di età e la lotta contro la solitudine.

Il 23 Aprile appuntamento in libreria.

La seconda voce invece, è indirizzata a un pubblico più di nicchia. Adam Levin e il suo «Rosa Shocking» strizzano l’occhio a chi del racconto è sicuramente già innamorato, a chi da sempre ama provare il brivido che solo una short story sa dare.

Una raccolta fatta di personaggi atipici che ci viene presentata come – una surreale riflessione sull’incapacità di comunicare, sulla delusione, sul senso di colpa figlio del fallimento e sull’amore, che sa trasformarci in qualcosa che non avremmo mai pensato di diventare. E non sempre in senso positivo -.

Anche la carta d’identità di Levin non lascia indifferenti:

  • è stato pubblicato su McSweeney’s,
  • è stato allievo di George Saunders,
  • è stato paragonato a quella specie aliena che è stata etichettata dagli scienziati con il nome di David Foster Wallace.

Le premesse ci sono tutte, mi aspetto sicuramente tanto, ma purtroppo dovremo aspettare Maggio per averlo tra le nostre mani.

Con qualche piccola anteprima sono però riuscito a girare un video dedicato alla collana:

Sono libri che hanno tutte le carte in regola per aggredire il lettore. Proposte di lettura originali capici di coprire tutto con un velo di melanconia. Niente dolcezza, questo tipo di letteratura è stoicamente amaro.

Autore: Adam Levin, Bonnie Nadzam
Traduttore: Leonardo Taiuti, Sara Reggiani
Editore: Edizioni Clichy
Collana: Black Coffee
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