Kazuo Ishiguro, il Nobel delle emozioni

Parliamoci chiaro, l’assegnazione del Nobel alla Letteratura è sempre una faccenda spinosa. Di anno in anno viene nominato uno scrittore più o meno conosciuto il cui nome finisce dritto nella storia della letteratura mondiale.


Mentre i meme su Philip Roth circolano in rete, mi ritrovo nuovamente a riflettere sul senso del premio vinto quest’anno da Kazuo Ishiguro.
Ogni anno c’è infatti un aspetto diverso sul quale fermarsi, dall’anonimato di Modiano (autore in Italia conosciuto da pochi lettori), all’ibrido tra letteratura e giornalismo della Aleksievič passando per la scelta discutibile di premiare un cantautore.
Questa volta sono fermamente convinto che Ishiguro, tralasciando le decine di altrettanto o forse più meritevoli autori, sia lo scrittore giusto.
La motivazione data dall’Accademia di Svezia non mi smuove nessun tipo di perplessità.

che nei romanzi di grande forza emotiva ha scoperto l’abisso sotto il nostro illusorio senso di connessione con il mondo“.

Molto suggestivo il merito, le parole usate per motivare una decisione presa molto tempestivamente. Forza emotiva, illusione, connessione con il mondo.

Il Nobel deve raccontare attraverso la letteratura il nostro tempo, fissare un’istantanea di un nuovo anno dell’esistenza umana di cui Ishiguro è un acuto indagatore. I suoi libri sono il testimone delle emozioni umane, della loro importanza nella nostra contemporaneità, dell’armonia tra noi e il mondo.
Quel mondo instabile, in continua mutazione, che ci illudiamo di conoscere credendo di comprenderne i meccanismi, la sua geografia dei sentimenti.
Nulla di più sbagliato. 

Visti i tempi molti potrebbero vedere una velata scelta politica e non sbaglierebbero, il Nobel di oggi si fonda però su una politica tutta umana e profondamente letteraria.

Dopo Dylan, la letteratura mondiale aveva bisogno di ripartire da uno scrittore solido, di premiare chi fa della sua letteratura (-e per quanto possa aver valore letterario- NON della sua musica) un mezzo per vivere in maniera più consapevole la nostra vita attraverso il tempo.
Giusto premiare l’ibrido, con le dovute precauzioni, ma ancor più giusto e doveroso ribadire quanto sia importante la pura letteratura, soprattutto oggi, nel nostro quotidiano, in anni di forti emozioni estreme.

Kazuo Ishiguro si presenta dopo anni come un Nobel meritatamente mainstream capace di abbracciare una grossa fetta di lettori lungimiranti e non. È il popolare, l’essenza della letteratura di tutti e non di pochi che ritorna ad appartenerci ed a essere riconosciuta.

Lo sguardo tra di noi, tra me e voi, quella decodificazione soggettiva del nostro presente e del nostro futuro è raccontata dall’opera di un autore grazie al quale quell’illusione così dannosa e pericola può essere sanata nuovamente con il potere della letteratura.