Picnic sul ciglio della strada. Stalker di Arkadi e Boris Strugatzki

Picnic sul ciglio della strada. Stalker di Arkadi e Boris Strugatzki #miniMARCOS

Il «Picnic sul ciglio della strada» è un libro pubblicato nel lontano 1972, scritto a quattro mani dai fratelli Arkadi e Boris Strugatzki, da sempre considerato uno dei grandi classici della fantascienza del secondo Novecento.

La sua fama è cresciuta in maniera esponenziale grazie a Stalker, il film di Andrej Tarkovskij che dal 1979 ha consolidato definitivamente la produzione di matrice russa legata al genere fantascientifico.

Dopo la ripubblicazione del titolo da parte di Marcos Y Marcos nella collana economica miniMARCOS, ho deciso di andare oltre la classica formazione asimoviana e capire cosa centrasse un picnic così atipico con gli alieni e la storia di questo genere.
Gli stessi alieni che dopo una breve sosta sulla terra, in seguito al loro rovinoso passaggio, creeranno sei diverse Zone nelle quali ogni forma di vita scomparirà e muterà. Queste Zone saranno la meta degli Stalker, abili cercatori di materiale contaminato (e pericoloso), da immettere nel mercato nero di collezionisti e scienziati.

Red Schouart è forse il più abile di tutti, per denaro è disposto a rischiare la vita e ad attraversare ogni tipo di pericolo. Al tutto ci aggiungiamo una difficile condizione familiare, una nebbiosa (e alienante) ricerca scientifica da parte del potere e intrighi politici non trascurabili. Le carte per tenere il lettore incollato ci sono tutte.

Lo Stalker è il Sommo Sacerdote, colui che può aggirarsi – senza incorrere nell’ira divina – nella zona più sacra del Tempio: quella del banchetto.

Ci troviamo di fronte a un capolavoro? Credo di no. Qualche difetto durante la lettura si percepisce. Ci troviamo però, di fronte a un libro che riesce a usare con intelligenza il genere, mandando un messaggio forte con semplicità e potenza. Andiamo quindi con ordine.

La prefazione di Paolo Nori, approfondendo il concetto di Zona, ci viene in aiuto. Cosa mai saranno questi spazi? Forse i campi di lavoro sovietico, i campi di concentramento di Birkenau o i più recenti centri di permanenza temporanea, prova a ipotizzare Nori. Il lavoro simbolico, quasi nascosto dalle idee originali degli Arkadi è più complesso di quanto possa sembrare.

Tutto questo si sposa con uno stile semplice, dialoghi brillanti e colpi di scena (le volte telefonati) ma più che mai attesi, i quali riescono a strizzare l’occhio al romanzo hard boiled tanto di moda durante gli anni 70.

Red sarà sommerso da un sistema marcio, dentro il quale sopravvivere, dentro il quale cercar di far emergere la propria voce che il più delle volte sarà soppressa dal Dio denaro, dal ricavo e le aspirazioni personali.
La fantascienza diventa il mezzo per voler comunicare tematiche imprescindibili in un paese come l’Unione Sovietica: gli alieni sono messi in secondo piano, ai misteri non viene data neanche risposta per valorizzare con maggiore cura il lavoro psicologico (aggiungerei umano) di ogni singolo personaggio.
Come non citare la disperazione di Red, l’amore per la sua famiglia e per gli amici morti, l’avarizia dello stalker Beccamorti, la rassegnazione dello scienziato Noonan e i sogni irreali del giovane Arthur, simbolo di un futuro lontano e potenzialmente luminoso. Sono tutte emozioni che dividono le quattro parti in cui è diviso il libro, quattro parti che non hanno tutte la stessa potenza ma la cui coesione risulta fondamentale ai fini della trama.

Stalker di Andrej Tarkovskij

Quattro atti. Quattro istantanee sul genere umano in un romanzo che usa gli alieni come elemento scatenante. Volete le risposte? Non è il romanzo per voi.
Abbiamo davanti una letteratura di genere ambiziosa, intelligente e pungente. Due autori che capirono come fare una critica sociale ancor oggi attuale.

Felicità per tutti, gratis, e che nessuno debba andarsene inascoltato!

Un grido che continua a bucare il romanzo e la coscienza di molti lettori.
 

Autore: Arkadi e Boris Strugatzki
Traduttore: Luisa Capo
Prefazione: Paolo Nori
Editore: Marcos y Marcos
Collana: miniMARCOS
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