Ricordami Così di Bret Anthony Johnston
Justin ha 12 anni ed è il primogenito della famiglia Campbell: un ragazzo tranquillo, sempre pronto a sfrecciare sul suo skate e a far dispetti a “Granchio“, il fratello minore. Justin scomparirà in una calda giornata di sole texano e per quattro anni non si avranno sue notizie.
Questa è la premessa di «Ricordami Così», il primo romanzo di Bret Anthony Johnston (edito Einaudi).
Dopo aver esordito con una raccolta di racconti, questo esordio nella forma lunga, permette al professor Johnston (che coordina il dipartimento di scrittura creativa ad Harvard) di poter essere tranquillamente inserito all’interno delle nuove voci più interessanti della narrativa americana contemporanea.
Il dolore è il cuore del romanzo, lo studio, l’analisi e l’immedesimazione con esso sono il percorso che il lettore deve seguire attraverso uno stile accattivante e scorrevole. Niente frasi ad effetto, solo flussi di coscienza e psicologie ben delineate.
La vicenda presenta di base uno scheletro dalle tinte quasi thriller, che permette un coinvolgimento non trascurabile. Non si tratta però di un libro di genere, ma la fiction più pura si fa qui portatrice di quel lavoro di ricerca letteraria appena accennato, veicolato anche attraverso il genere stesso.

I componenti della famiglia davanti alla scomparsa di un loro membro vengono soffocati dalla perdita. Ognuno segue un percorso diverso, diretto verso un luogo segreto nel quale riversare il proprio io. Sono proprio questi, i luoghi intimi del nostro dolore, che Johnston vuole scoprire e visitare.
Tutto cambierà con il ritrovamento di Justin, con il suo ritorno all’interno del nucleo familiare ormai fragile e temprato da anni di rassegnazione. Così potremo osservare quanto possa essere difficile vivere il quotidiano nonostante la risoluzione (apparente) della tragedia.
Le giornate per quanto possano esser tornate alle normalità, non sono più le stesse, qualcosa sembra cambiato. Rimane un senso di soffocamento, di annegamento emozionale e l frequentissimo uso di metafore, soprattutto marine, sembra volercelo ricordare.
Si vedevano soltanto le ferite, non si poteva ignorare come il loro corpo tradisse la sofferenza che aveva patito. Assomigliavano ai delfini, pensò Paul ingranando la marcia e uscendo dal parcheggio. In acqua si distinguevano gli uno dagli altri solo per le cicatrici, i colpi dei motori fuoribordo o i tagli delle funi da pesca o i morsi degli squali. Gli sfregi sono le loro caratteristiche distintive.
Proveremo la stessa mancanza, la stessa melanconia che permea le quasi 500 pagine di questa vicenda capace di trasformare il ricordo in un fantasma orrendo.
«Ricordami Così» è quel fantasma, quella creatura indagatrice, la quale si pone vicino al nostro io e cerca di farci capire come ci si possa sentire a esser ritrovati.
La letteratura, soprattutto quella americana, solitamente ci racconta del senso di perdita tramite il quale arrivare a una solida presa di coscienza. Johnston invece, ribalta le carte in tavola, la sua gioia può provocare un dolore ancora più devastante e questo non è solo un problema dei Campbell. Si tratta di un problema legato al ricordo che riguarda tutti noi.
Autore: Bret Anthony Johnston
Traduttore: Federica Aceto
Editore: Einaudi
Collana: Stile Libero Big
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