L’estate del cane bambino di Mario Pistacchio e Laura Toffanello
Il frinire dei grilli, le corse, il caldo afoso che illumina i torrenti e i campi incolti. L’estate della nostra infanzia quella piena e indelebile, quella che ogni anno speriamo che torni e mai tornerà fa da sfondo al romanzo scritto a quattro mani da Mario Pistacchio e Laura Toffanello.
«L’estate del cane cambino» (edito 66thand2nd) è la stagione dei giochi, delle scommesse, degli amori, ma anche del dolore, delle decisioni e del passaggio all’età adulta.
Un periodo ricordato da Vittorio – il protagonista – con estrema malinconia e che, a distanza di decenni torna, a tormentarlo con quel senso di incompiutezza, impregnato di un dolore lontano dall’odore dolce e melanconico.
La vicenda è ambientata nella campagna veneta del 1961, nella quale i ragazzi passano le giornate scambiandosi figurine, giocando con il pallone e raccontandosi storie popolari. Il sole splende e il divertimento è assicurato.
La magia si romperà quando Narciso, il più piccolo della compagnia, scomparirà aprendo un mistero che si risolverà solo decenni dopo.
Un piccolo paesino rurale e un bambino che scompare. L’ingenuità e la spontaneità dei più giovani che fa a pugni con il mondo degli adulti e delle loro decisioni, rendendo lo spaccato generazionale inevitabile.
La storia è caratterizzata da uno sfondo credibile, tangibile e sentito.
Il lettore dopo neanche cinquanta pagine correrà senza fiato e con naturalezza insieme a Stalino, Michele, Ercole, Menego e il piccolo Narciso, per arrivare primo al campo di gioco.
L’ambientazione riesce a far riemergere ricordi lontani e sensazioni che non tutti i libri di formazione contemporanei riescono a dare.
Attraverso uno stile semplice e i dialoghi ben contestualizzati non si fatica ad accostare la vicenda ai migliori libri di formazione di Moravia, dei romanzi ai quali Pistacchio e Tofannello aggiungono un risvolto violento e crudo (che si manifesta in punti del romanzo ben precisi e inaspettati). Infine, una spolverata d’influenze tipiche del giallo non fanno altro che fomentare ancora di più il lettore.
Non si invecchia mai un po’ alla volta.
C’è un momento preciso, nella vita, in cui ti accorgi che è successo. È una certezza, e non contano gli anni che hai. Capita quando smetti di andare avanti e ti scopri a guardarti alle spalle. Scruti il tempo che se n’è andato. Lì dietro sono rimasti i tuoi amici, i ricordi, l’illusione che niente possa mai finire davvero.
Vittorio (e di rimando il lettore) cercherà di ricordare, analizzare il passato, capire quanto questo possa aver condizionato il suo essere, il nostro futuro.
L’Estate del cane bambino è un romanzo che permette di spolverare i ricordi della nostra infanzia, di metterli in discussione, di vivere una realtà rurale diventata sempre più di nicchia e di godersi una bella vicenda.
«L’estate del cane bambino» è la storia di un ragazzo che per magia scomparve e diventò il cane Houdini. Scomparve come scompare l’infanzia, lo ha fatto come in cuor suo lo ha fatto ognuno di noi e oggi – forse – non si è ancora ritrovato.
Autore: Laura Toffanello, Mario Pistacchio
Editore: 66thand2nd
Collana: B-Polar
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