Lince rossa e altre storie di Rebecca Lee
«Lince rossa e altre storie» di Rebecca Lee è l’ennesima scommessa della collana Black Coffee di Edizioni Clichy. Una giovane autrice americana (in Italia del tutto inedita) e sette racconti dal taglio chirurgico e non immediato, rendono questo libro una lettura difficilmente digeribile.
La lince è un animale schivo, muove i suoi passi nel silenzio del mondo mostrandosi maestosa e – allo stesso tempo – nascondendo una grande freddezza. I personaggi di Rebecca Lee seguono le stesse orme dell’animale, passo dopo passo muovono le loro insicurezze nel marasma della vita quotidiana e delle sue mille storie.
Proprio quei percorsi, tra alti e bassi come nella migliore tradizione della storia breve, costruiscono il cuore di un libro tanto sentito quanto curato in ogni sua frase.
La lince può tra queste pagine diventare una figura metafisica, un simbolo di libertà o un simbolo di preoccupazione. Il suo sguardo glaciale viene condiviso da ogni personaggio femminile che cerca di trovare la propria strada tra matrimoni falliti, la voglia di scoprire il mondo, il destino avverso e il difficile ruolo di essere madre. Ma c’è anche spazio anche per il mondo maschile e le sue responsabilità.
La capacità di utilizzare il linguaggio e quella di domare il fuoco scaturivano dallo stesso caldo, brillante insieme di geni, poiché in natura non si trovava mai l’uno senza l’altro.
Con uno stile impeccabile Rebecca Lee lascia spazio a diversi giochi letterari. Sulla riva della Vistola e Fialta sono una dimostrazione di un modo di fare racconti ben preciso: fatto di immagini oniriche e parole nascoste tra i numerosi dialoghi.
Che forza questa cosa che con una manciata di parole si può stringere un’altra persona in un piccolo abbraccio grammaticale, ridisporre gli oggetti del mondo in modo che ci racchiudano.
L’abbraccio arriva a corrispondere all’elemento mancante, la comunità, il ritrovarsi costantemente soli di fronte all’ennesima difficoltà.
Lince rossa e altre storie è il fare i conti con il destino, con Dio, con il caos che abbiamo dentro, con il nostro ordine dormiente. Riuscendo per la durata di un racconto a guardare al problema per la prima volta dall’alto servendosi del linguaggio, di un’idea fugace per cercare un’aspirazione collettiva.
Un ultimo sforzo verso l’obiettivo finale, nonostante la fame e la stanchezza.
Un ultimo sforzo fatto con la consapevolezza di averci provato.
Rimangono di fronte a questo ultimo percorso sentimenti come la melanconia, ma anche una sorta di serenità. La stessa che può accompagnarci anche quando la lince del domani sarà pronta a strapparci un braccio in un volo forsennato di uccelli. Siamo sempre inconsapevoli di fronte la ferocia del mondo.
Autore: Rebecca Lee
Traduttore: Sara Reggiani
Editore: Edizioni Clichy
Collana: Black Coffee
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tag #Americana
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