Il pittore fulminato di César Aira
César Aira mi è stato sempre presentato come un eccentrico, come uno di quegli scrittori dai quali non puoi sapere cosa aspettarti. L’amore per questo tipo di autori mi ha spinto negli anni a recuperare diversi suoi titoli. Così per capire di che pasta fosse fatto questo bizzarro personaggio argentino, sono partito da «Il pittore fulminato», il suo ultimo lavoro edito da Fazi.
Aira è considerato uno degli autori sudamericani più influenti del nostro tempo: così diceva un certo Roberto Bolaño, così come continua a sostenere anche Patti Smith. Lettori diversi uniti dalla stessa passione per l’arte e una letteratura di un certo tipo.
Dall’arte parte anche questa vicenda, da due pittori per l’esattezza. Johann Moritz Rugendas, pittore di viaggio ottocentesco discendente da una famiglia di artisti dedita alle rappresentazioni di guerra, lavora seguendo ed esplorando il metodo della fisiognomica della natura di Alexander Von Humboldt. Ad accompagnarlo il fidato amico-pittore Krause.
Nel suo viaggio tra le Ande e la Pampa argentina verrà colpito da un fulmine che scaricherà tutta l’energia sul suo cavallo e su di lui, sfigurandone il volto e privandolo di ogni connotato umano.
Un uomo sfigurato, mutato nel suo metodo di lavoro e nel suo sguardo sul mondo, rifletterà sul cambiamento, sui cicli di questo. Aira sembra suggerirci come la trasformazione non si realizzi nel ciclo temporale ma in quello del significato. Così una semplice storia di pellegrinaggio diventerà un’esperienza di profonde visioni, di contorni fantasmatici e di realtà fallibili.
Lo strumento di decodificazione di Rugendas diverrà la pittura, l’arte, l’unica esperienza veritiera per toccare l’indefinibile, per dare forma a tutto ciò che mai avremmo la capacità di raccontare. Un’arte che si fa al tempo stesso testimone e occultatrice, istantanea indelebile e buco nero nel quale perdersi, inconscio attraverso il quale far ampliare sogni verso il mondo e la natura con i suoi sentimenti.
Ancora una volta si manifestava l’indifferenza dell’arte; anche se la sua vita si era spezzata in due, la pittura era rimasta il “ponte dei sogni”.
Tra queste pagine, anche nel sogno, tutto mi è sembrato umano e al tempo stesso parte di quell’esperienza eccentrica di cui mi avevano parlato. César Aira sfrutta l’elemento fantastico, quell’elemento bizzarro come vero e proprio trampolino verso riflessioni che contesti di normalità non avrebbero mai potuto permettere. Come se l’avvenimento fuori dall’ordinario fosse in ogni sua storia l’espediente per far esplodere il romanzo o il racconto in questione.
Leggendo il pittore fulminato sono quindi partito da una situazione piuttosto ordinaria, tutto immerso in una natura selvaggia. I disegni realizzati dai due amici, la rappresentazione del loro sguardo pittorico, lo documentava.
Poi il fulmine, la disumanizzazione e tutto è cambiato.
La narrazione si è fatta febbrile, delirante, ridondante. La stessa narrazione per certi versi diviene quasi assente come se l’autore ci tenesse a ricordare che: la ripetizione, in assenza di narrazione, può addirittura arricchire la realtà.
César Aira potrebbe essere definito come uno che ha fatto sua la tradizione letteraria del suo paese, ha divorato Borges, il suo fantastico, sviluppandolo con una voce molto originale senza perdere di vista l’intento più nobile e difficile della letteratura. Parliamo, anche con Il pittore fulminato, di una letteratura in grado di andare oltre, di toccare quelle grandi domande alle quali cerchiamo di dare sempre risposta. Una letteratura di quotidiana esplorazione dell’ignoto che riesce a farsi testimone.
La storia del pittore, tra attacchi indiani e creazioni inumane, diventa indefinibile. Attraverso le regole degli astri sposta il suo fulmine verso il suo volto, ma soprattutto verso il lettore.
(…) il “tutto” che corrisponde a colui che parla, e al suo piccolo grande mondo, ha una rotazione simile a quella degli astri che, combinata con le traslazioni, fa sì che certe facce rimangano nascoste per sempre.
Leggere Il pittore fulminato è sbirciare sotto il velo dell’ignoto, provare a capire meccanismi indefiniti. Un romanzo breve che diventa capolavoro d’intenti e dipinto di luce accecante.
Autore: César Aira
Traduttore: Raul Schenardi
Editore: Fazi Editore
Collana: Le Strade
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