Crepuscolo di Kent Haruf. Il tramonto di un amore.
Di Kent Haruf molto si è già detto. Divenuto un caso editoriale in poco più di un anno, ha saputo con le sue storie conquistare un numero di lettori non trascurabile.
Con l’uscita di «Crepuscolo» (NN Editore), ultimo volume della Trilogia della Pianura pubblicato in Italia, termina una delle migliori esperienze di lettura degli ultimi anni.
Benedizione è stato il mio primo approccio a questo autore, una lettura disorientante. Come se non riuscissi a capacitarmi di cosa e di quali emozioni quelle pagine mi stessero suscitando. Cercavo di capire come quello stile così essenziale riuscisse a spingermi verso quel baratro di amore e di dolore con così tanta naturalezza, ho ricevuto un pugno nello stomaco, così come fanno i bifolchi delle campagne del Sud.
Così non è andata per Canto della Pianura, il primo volume della trilogia (ma secondo uscito per NN), con il quale Haruf racconta un nuovo lato di Holt, dei suoi abitanti e della sua natura. Quello della speranza, del dolore che però questa volta non nasconde i suoi numerosi spiragli di luce.
Quest’ultima esperienza crepuscolare è stata ancora diversa. Cosa che non mi sarei mai aspettato, pensando ingenuamente di aver capito il meccanismo, di aver in qualche modo analizzato e inquadrato a dovere questo autore così amato.
Quello di Crepuscolo è un viaggio da inserire, anche solo per questioni di trama, tra gli altri due volumi della Trilogia, quello forse emotivamente più difficile per il sottoscritto. Un romanzo in cui l’amore diventa protagonista assoluto: prima sfiora la voce dei più piccoli, poi sottolinea la disperazione dei più grandi per poi camminare – con fare sornione – nelle notti gelide del Colorado.
Haruf popola nuovamente la sua Holt di storie difficili fatte di azioni di vita semplici ma allo stesso tempo complesse, usando come da copione quel maledetto stile “silenzioso”. Una scrittura che crea silenzio, dando voce al rumore del vento, della neve e a quelle parole sussurrate sotto una coperta che non avremmo mai il coraggio di dire.
Vedremo ritornare i fratelli McPheron, i loro caratteri così atipici e accoglienti.
Con loro Victoria, una giovane ragazza conosciuta nel volume precedente sarà nuovamente protagonista, non meno però dei numerosi personaggi inediti.
Il lettore non potrà rimanere indifferente davanti la solitudine del piccolo Dj e le difficoltà di ben due nuclei familiari diversi ma speculari.
Quando raggiunse il cancello, si fermò e rimase a guardare la scuderia e i recinti delle mucche. Poi alzò la testa per guardare le stelle. Parlò ad alta voce. Stupido vecchio figlio di puttana, disse. Stupido vecchio ignorante figlio di puttana.
Poi si girò, torno sui suoi passi attraverso il cancello, entrò nella casa buia e silenziosa e si chiuse la porta alle spalle.
Gli errori della vita, quelli intenzionali e quelli fortuiti condizionano i nostri rapporti con il mondo. L’amore sembra essere l’unica miscela che tiene in moto i nostri corpi, questo Haruf lo sa bene.
Il tramonto per un amore è sinonimo di un volo d’uccelli. Leggere Crepuscolo ha significato guardare lo stormo allontanarsi, seduto lì tra la polvere di Holt, con il buio alle porte e la consapevolezza di essere solo, nessuna mano protettrice, solo quella che stringe il nostro cuore. Quella che tutti i giorni porgiamo a tutti coloro a cui abbiamo deciso di regalare quella visione, quel battere d’ali.
Autore: Kent Haruf
Traduttore: Fabio Cremonesi
Editore: NN Editore
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Da Holt:
Benedizione di Kent Haruf e il minimalismo delle emozioni.
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