Racconti Ispanoamericani Del Terrore Del XIX Secolo
I «Racconti Ispanoamericani Del Terrore Del XIX Secolo».
Dobbiamo subito fermarci e rileggere il titolo dell’ultima antologia pubblicata dalla collana di letteratura ispanoamericana de Gli Eccentrici di Edizioni Arcoiris.
Rileggiamo.
Terrore e Ottocento, due parole che ci rimandano subito a scrittori come Edgar Allan Poe, Bram Stoker, Mary Shelley, Le Fanu e alle quali non associamo, neanche per errore, la letteratura ottocentesca di lingua spagnola.
Un’antologia di racconti fatta di autori poco conosciuti o addirittura inediti in Italia, i quali – oltre ad aver influenzato la letteratura sud americana del Novecento – hanno sfatato il legame morboso tra il terrore e la lingua inglese.
Ci troviamo di fronte a dei classici lontani che, soprattutto trattandosi di racconti, devono essere obbligatoriamente contestualizzati al loro genere e al periodo storico di appartenenza. Bisognerà capire quanto per i canoni e la cultura dell’Ottocento queste storie siano trasgressive, forti e per certi versi deliranti, nonostante molte di esse possano risultare già digerite e superate dal fattore tempo.
Troveremo il rapporto con la tradizione popolare, le leggende fatte di mostruosità e figure care al genere come il vampiro, che qui vengono usate per le prime volte – nella storia della letteratura – da Julio Calcaño.
Menzione speciale va subito a Carlos Octavio Bunge e il suo Cane interiore, un racconto rivelatore, un’indagine sulle parti più nascoste dell’uomo. Sensazionale anche Il Rospo di Leopoldo Lugones (grande amico di Horacio Quiroga di cui avevo avuto modo di parlarvi) perfetto esempio di come anche le leggende popolari possano avere il loro lato terrificante.
Quando un essere umano vuole dare tutto a chi non vuole ricevere nulla, il cuore si ripiega su se stesso e dimentica.
Il Cane Interiore (lettera confidenziale di un uomo di scienza)
Un’altra area tematica non trascurabile è quella dell’ombra, quella parte reale o metaforica, usata per alimentare paure e scavare nella psicologia delle voci che muovono i racconti.
L’ombra nera di Casimiro del Collado e Tristàn Blondìn di Juan Montalvo sono una testimonianza di potenza narrativa che pur non sorprendendo lascia immagini indelebili fatte di viaggi immersi nel sogno e di uomini fagocitati dalle tenebre.
Il lavoro di Juana Manuela Gorriti e Rubén Darío invece, rimane purtroppo in quell’ombra ove solo la contestualizzazione carica di forza le narrazioni di due delle più grandi voci di quel periodo. Come accennato prima, bisognerà capire come Una vita infernale e Thanathopia – in una visione ottocentesca – dovranno essere state vere e proprie storie anticipatrici. Parliamo poi di veri e proprio autori classici, questo non bisogna dimenticarlo.
Infine il tanto atteso tema della possessione con la voce di Alejandro Cuevas che, con il suo Di fronte alla giuria, gioca una partita di carte tra la verità e l’assurdo. Una confessione attesa ma che lascia molte domande al lettore.
Un’altra confessione è quella di Pelino Viera scritta da William Henry Hudson, il racconto (a mio avviso) più visionario e d’effetto di tutta la raccolta, la ciliegina sulla torta.
Un viaggio tra creature quasi mitologiche, azione e fabula scaturito dalla possessione di una moglie, di una strega, verso il proprio marito che avrebbe strappato qualche sorrisino allo stesso Poe.
Lugones, Bunge, Casimiro del Collado e Hudson (che scopro essere pubblicato anche da Adelphi) hanno rappresentato per me le vette di questo percorso di scoperta. Sicuramente approfondirò ulteriormente.
Ma se i racconti non colpiscono tutti, se necessitano di questo sforzo di collocamento temporale, perché leggere un testo del genere?
Leggere questo testo vuol dire mettersi nei panni di Jorge Luis Borges e capire quando sia importante il suo apprezzamento per Hudson. Vuol dire vedere quanti di questi autori e di queste influenze ci siano dietro la maestria di Julio Cortázar. Significa leggere, solo grazie all’azzardo e il coraggio di un piccolo editore, una parte fondamentale della storia della letteratura ispanoamericana.
Autore: Alejandro Cuevas, Carlos Octavio Bunge, Casimiro del Collado, Horacio Quiroga, Juan Montalvo, Juana Manuela Gorriti, Julio Calcaño, Leopoldo Lugones, Rubén Darío, William Henry Hudson
Traduttore: Alessio Mirarchi, Dajana Morelli, Marcella Solinas
Editore: Edizioni Arcoiris
Collana: Gli Eccentrici
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Gli eccentrici:
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Tre prospettive diverse attraverso le quali costruire il profilo del monstruo. Il curatore, il traduttore e l’autore: Loris Tassi, Francesco Verde e Luciano Funetta.
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Quando lessi per la prima volta del rapporto tra Horacio Quiroga e la morte, pensai a come quella vicenda così particolare potesse essere di per sé una storia dell’orrore fatta di una successione di tragedie e di solitudine.
Il teatro di Roberto Arlt: Saverio, il crudele. L’isola deserta
Un autore ricordato per romanzi e racconti, ma soprattutto per aver dato il via alla lingua contemporanea del suo paese. Arriva per la prima volta al pubblico italiano in una veste inedita, mostrando un’inaspettata versatilità che sfocia nella raffinata forma…