La memoria di Old Jack. Storia della vita di Jack e della comunità di Port William
Nella storia della letteratura ci sono due tipi di scrittori: i creatori di universi e i creatori di mondi. I primi hanno la capacità di creare veri e propri universi narrativi compenetranti dentro i quali inserire le proprie storie. I secondi tessono con dedizione e minuzia i loro mondi, i loro giardini, le loro case. Tra questi ultimi non posso non citare Wendell Berry, la sua Port William, la città immaginaria al centro del suo mondo fittizio.
«La memoria di Old Jack», l’ultimo romanzo dell’autore americano edito in Italia da Lindau, mi ha permesso di capire meglio questo mondo rurale attraverso chi quei luoghi li abita.
Questa volta sarà la memoria del vecchio Jack a ricordare e connettere tutti i volti di chi Port William la vive e l’ha sempre vissuta. Dal passato al presente i personaggi di Berry si presentano al lettore con semplicità, con caratteri ben distinti, ognuno con il suo lavoro da portare avanti e il suo lunario da sbarcare.
Nel pieno stile americano, seguendo le orme di Steinbeck, uno degli autori che meglio ha raccontato l’arte dello stare al mondo attraverso un’America molto spesso lontana dalla città, troveremo nei desideri e nelle aspirazioni dei personaggi di Berry anche un po’ di noi.
Le pagine di Old Jack accolgono i luoghi della memoria, nuovi incontri e vecchie conoscenze.
Jayber Crow ad esempio, il barbiere di Port William (conosciuto grazie al romanzo omonimo a lui dedicato), mi ha accompagnato alla sua poltrona e mi ha raccontato la sua storia e quella dei suoi clienti, la storia della gente di Port William. Con un semplice taglio di barba mi ha regalato uno dei viaggi letterari più intensi degli ultimi anni. Questa volta si è ripresentato tra le pagine e le memorie di Old Jack.
Berry ci restituisce personaggi fittizi, per certi versi già caratterizzati in questo tipo di letteratura, grazie ai quali riusciamo ad emozionarci con un semplice sguardo pieno di sincerità. L’emozione di rivedere chi abbiamo amato e aiutato verso la morte è racchiusa nella descrizione di occhi profondi che tanto mi avevano già mostrato.
Ho poi conosciuto Hannah Coulter, una donna buona d’animo e di grandissima speranza. Di bell’aspetto, avvolta dalla da una pace voluta, decisa ad affrontare qualsiasi avversità con il sorriso di chi dal futuro si aspetta la stessa quantità di bellezza e dolore.
Hannah, come Jayber, avrà modo di rivelarsi in una storia a lei dedicata sempre edita da Lindau. Il suo volto gentile l’ho conosciuto grazie a Old Jack.
La comunità raccontata da Berry risulta essere quasi primordiale, tanto feroce quanto ingenua, dove le vite sono mosse dal lento scorrere del tempo. Pezzi di esistenza muovono il loro corso nel gioco della finzione mentre la storia americana, la sua ombra, sorregge ogni personaggio.
Dalla fine dell’Ottocento al Novecento inoltrato, questi contadini ci raccontano l’America e le sue contraddizioni dal punto di vista del paesino. I loro sentimenti saranno filtrati dal filtro della Storia con una naturalezza sorprendente.
Nella memoria del vecchio Jack ho visto un cuore battere nascosto nella terra scura mentre la storia del mondo e dei suoi personaggi andava avanti. Jack, e con lui ogni singola famiglia di Port William, mi hanno insegnato a coltivare la terra con pazienza e dedizione tra gioie e dolori.
Poi c’è Wendell Berry, lui coltiva il lettore, lui che quel cuore lo ha trovato e portato nel futuro attraverso l’amore. A noi conoscere Port William, a noi sentirla pulsare, avvolta dal calore della terra attraverso le sue voci.
Autore: Wendell Berry
Traduttore: Vincenzo Perna
Editore: Edizioni Lindau
Collana: Senza Frontiere
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tag #Americana #Kentucky #PortWilliam #SouthernAmericano
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